Credere per chi?


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Possiamo credere di passare una serata piacevole tra le bancarelle natalizie, vivere il Natale come un dono, un' atmosfera da cercare o, meglio, costruire nel farsi delle relazioni di lavoro, di studio, di vita e tempo libero o, invece, possiamo credere che piazze e mercatini in questo periodo non siano il posto per noi, che dietro il caldo e tenue bagliore delle luci, di un'atmosfera creata ad arte da esperti commercianti, non ci sia altro che il fasto sperperone di società opulente (occidentali, ma anche orientali). Da qualche giorno possiamo anche temere che dietro ingannevoli sembianze di calore e armonia, possa essere pronto l'agguato: il freddo calcolo di lupi terroristi che stanno imbastendo il proprio vestito di morte.
Che si creda una cosa o l'altra però siamo liberi, in tanti siamo consapevoli che non potremo, né gli attentatori potranno mai, cancellare tutta la libertà con cui si esprime il mondo. Siamo convinti, in tanti, che la libertà (anche raggiunta) sia parte stessa di questo credo e che ne sia una condizione indispensabile, sostanziale. Ma non è così per tutti.
Dopo questo attentato alle bancarelle natalizie, alla festa cristiana del Natale, vien da chiedersi ancora cosa sia la fede e che vento soffi davvero nel cuore di chi crede di muoversi in suo nome, in tante parti del mondo. Anche in quello di una gioventù di povera esperienza, facilmente abbagliata dall'effimera potenza della morte sulla vita o dalla ribalta massmediatica e in quello di masse umane ignoranti rispetto ad almeno cinquecento anni di storia e relative conquiste.  Perché nelle teste degli animali, che pure sono "puri",  non c'è spazio per "cotanto" sapere. 
E allora bisogna che ognuno ritorni al centro della propria fede o "non fede", qualunque essa  sia,  per interrogarsi sulle motivazioni che dentro noi ne attivano il cammino,  per saper se causa primaria di ogni desiderio di felicità  e fine ultimo di ogni umana fatica sia un unico individuo (magari se stesso) o l'umanità nella sua infinita ricchezza che nessun "singolare", da solo, potrebbe mai e poi mai eguagliare, nutrire, preservare.
La vera forza di ogni singolo individuo è proprio l' esistenza dell'intera umanità e dei legami che in essa si creano (che poi siano veramente legami sacri o laicamente religiosi, fondati sull'amore e sulla libertà,  e non "legacci" di torturatori o assassini, sta proprio ad ognuno di noi vigilare).
Ma proprio perché crediamo e speriamo  nell'intera umanità, al di là delle differenze "...di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."(art. 3 -  Costituzione  italiana),  all'indomani dell'attentato terroristico svoltosi a Berlino, possiamo dire, come recita il testo di una bellissima canzone "When you believe"  cantata da Whitney Huston e Mariah Carey:


"...non siamo spaventati, sebbene sappiamo che c'è molto di cui aver paura."


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