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Visualizzazione dei post con l'etichetta Dalla cantina

A mia madre

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 Una vecchia poesia, se cosi si può chiamare, ritrovata tra gli appunti del 1988. Per molti anni mia madre ci ha nutrito con racconti di grande freschezza e ironia, ricchi di acute osservazioni sull'umanità sparsa sulla Terra. Ricordo questi con tanta gratitudine, cosi come il suo facike canto,  intonato in vecchi motivi d'amore nelle uscite in auto su strade cnosciute.     A mia madre (1988) Amo i tuoi racconti che vengon da lontano soffia vento nei tuoi occhi  e la bocca crea suoni aggrappàti alle parole. Tu adeschi l'anima e ciò che era ora è. Oh donna,  che   racconta la sua storia. Il mondo in una cosa apparentemente irrisoria. Mia madre, 2016

Il privilegio del conoscere

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      Fiume Misa, Senigallia - S. P. © 2018     Il gioco del nascondersi e del ritrovarsi del cercare e del cercarti del produrre codici e del decifrarli. Di cose nuove da afferrare, del mettere in fila quelle vecchie e dare ordine e senso. Il gioco del guardare, dell'ascoltare,  dello scoprire, del capire. E' stato il tempo del gioco con le cose più serie della vita. Grazie a coloro che me lo hanno permesso. Grazie a coloro che lo hanno nutrito questo bisogno insopprimibile di vivere l'infanzia oltre l'infanzia. Più che un piacere è stato privilegio del conoscere.   (Dalla cantina, 2012)

Credere

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  Credere - S. P. © 20 17  CREDERE Dal tuo credere in me dipende quindi il mio fiorire Credere può essere luce Energia della luce sul seme stanco di essere sotterraneo   2012

Anima mia

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  Foto tratta da "Il lungo viaggio in treno del ferroviere-fotografo Wang Fuchun" HUFFPOST   Riflessioni serali di un piccolo uomo e di sua moglie. Piccolo uomo: " Tu pensi che esista l'anima? Se esiste una sua “vita” nella nostra vita corporea, qual'è la sua funzione, il suo destino o semplicemente la sua prospettiva? " Sua moglie, voltandosi verso di lui con infinita dolcezza: " Anima mia, vienimi accanto. " Piccolo dialogo immaginario 6 - 2006  

Io voglio bene al mio corpo

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  Nello stesso istante - S. P. © 2019   Riflessioni serali di un piccolo uomo e di sua moglie. Piccolo uomo: "Io voglio bene al mio corpo, o almeno dovrei: è cresciuto con me per tanto tempo. Ma ciò che sento va oltre ciò che sente il mio corpo." Sua moglie, ammiccando un po' e guardandolo con un sorriso a cento denti: "Mi basterebbe condividere con te ciò che sente il tuo corpo." Piccolo dialogo immaginario 5 - 2006  

A che serve la parola?

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Foto di Robert Doisneau "Cour Carrèe du Louvre" 1969  tratta da "ilpost.it" Riflessioni serali di un piccolo uomo e di sua moglie. Piccolo uomo: "Se la funzione dell'uomo fosse diversa da quella delle altre specie, come si spiega, ancora oggi, anche nelle società più...diciamo avanzate (comunicazioni, tecnologia, ecc.), la presenza di uomini che sono più animali che umani? D'altra parte, se fosse vero che siamo fondamentalmente animali, a che serve allora la parola? Basterebbe molto meno per cavarsela!" Sua moglie: "Ecco, appunto...- dice girandosi dall'altra parte - a che serve la parola?!" Piccolo dialogo immaginario 4 - 2006

Perchè io sono?

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"Fuori dal coro"  S. P. © 2018 Riflessioni serali di un piccolo uomo e di sua moglie. Piccolo uomo: "Perché nell'universo c'è questa "presenza"? Intendo la presenza dell'uomo che é in grado di capire cose che non gli servono per sopravvivere  E' un errore della natura che invece è perfetta e funzionale a questo scopo primario? " Sua moglie: "Impara l'arte... e mettila da parte!... Soprattutto adesso che mi si chiudono gli occhi dal sonno!". Piccolo dialogo immaginario 3 - 2006

Perchè esiste l'uomo?

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 Parco del S. Bartolo  S. P. © 2019 Riflessioni serali di un piccolo uomo e di sua moglie. Piccolo uomo: "Perché esiste l'uomo? Le scienze al massimo riescono a spiegare il come, ma non il perché." Sua moglie: "Per vivere bene... e riposare quando è ora. Dormi!". Piccolo dialogo immaginario 2 - 2006

Quali bisogni?

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"Murales" Saludecio - S. P. © 2018 Riflessioni serali di un piccolo uomo e di sua moglie. Piccolo uomo: "Se fossimo liberi dalla necessità dei bisogni! Potremmo occuparci delle bellezze del mondo, passare il tempo a scoprirle, guardarle, studiarle, condividerle. Potremmo occuparci delle cose belle legate all'uomo: il pensiero, lo spirito, le risposte ai nostri perché. Invece non siamo liberi e ci dobbiamo occupare ogni giorno del nostro sostentamento e di quello di coloro che dipendono da noi. Adesso che abbiamo la fortuna di essere liberati dai bisogni primari: non ci manca il cibo, né l'acqua, né null'altro di indispensabile, viviamo affannati a dare risposta a mille altri bisogni. Quanto necessari? Bisogni indotti, che dipendono in molti casi dalla nebbia che offusca la nostra mente, dalla cecità che vela i nostri occhi. In questo momento nulla ci manca di indispensabile e la vita rischia di perdersi in questa sarabanda di bisogni, diventata più reale de

Balbettii poetici d'adolescenza

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Balbettii poetici, ovvero l'adolescente in cantina (vedi post precedente) Provo molta tenerezza per gli adolescenti di oggi e ora, a sessantadue anni, ne provo tanta anche per me stessa, adolescenrte nel 1973. Questi "Balbettii poetici" ne sono una traccia, recuperata dalla mia"cantina". Chiare notti Mi affascinano queste chiare notti Il cuore mi si stringe d'improvviso E vuol tener per sé questo momento Perderlo, perché? Momenti simili non fuggono dall'animo di chi poeta vi restano una vita a render più chiara questa realtà fatta di buio intenso, fatta di scogli nascosti dall'acqua fatta di solitarie notti dell'anima. Occasione perduta E' un regalo della vita una giornata di sole in pieno inverno E un augurio d'amore che noi  non raccogliamo perché troppo tristi o troppo soli o troppo stupidi per capire Il prossimo inverno non avrà sole e noi restiamo tra quattro mura Non è tutta colpa nostra: questa è una cella. Dipinto Giochi di luce,

Dalla Cantina

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Dalla Cantina Se la vita può essere paragonata ad un'edificio, posso dire di aver lasciato molte cose in cantina. Cantina e non ripostiglio, dove si tengono in serbo oggetti quasi a nasconderli. Cantina come quella di una volta, quella che oggi non c'è più, sostituita da ordinate dispense molto più simili agli scaffali del supermercato. La cantina di questo metaforico edificio che è la mia vita, è quella dove i contadini conservavano le cose preziose, i sapori stagionali della vita, le piccole consolazioni che rendono più dolce il vivere (o meno amaro, secondo i punti di vista). Avevo tenuto lì per tanto, vecchie poesie d'adolescente e appunti, riflessioni su letture, passaggi di pensiero: una parte della mia vita e del mio tempo che mi ha aiutato a crescere e a cui guardo ora con molta più dolcezza, senza pretese di rivincita su ciò che penso di non aver avuto. Per residua dolcezza li metto qui, in questo spazio assai poco frequentato ma molto personale fino a che si