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Quali bisogni?

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"Murales" Saludecio - S. P. © 2018 Riflessioni serali di un piccolo uomo e di sua moglie. Piccolo uomo: "Se fossimo liberi dalla necessità dei bisogni! Potremmo occuparci delle bellezze del mondo, passare il tempo a scoprirle, guardarle, studiarle, condividerle. Potremmo occuparci delle cose belle legate all'uomo: il pensiero, lo spirito, le risposte ai nostri perché. Invece non siamo liberi e ci dobbiamo occupare ogni giorno del nostro sostentamento e di quello di coloro che dipendono da noi. Adesso che abbiamo la fortuna di essere liberati dai bisogni primari: non ci manca il cibo, né l'acqua, né null'altro di indispensabile, viviamo affannati a dare risposta a mille altri bisogni. Quanto necessari? Bisogni indotti, che dipendono in molti casi dalla nebbia che offusca la nostra mente, dalla cecità che vela i nostri occhi. In questo momento nulla ci manca di indispensabile e la vita rischia di perdersi in questa sarabanda di bisogni, diventata più reale de

L' infelice "gallopollo unico"

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  Immagine tratta dal sito  www.theriaka.org    Ognuno di noi sa cosa è un allevamento intensivo, anche se non credo siano molti quelli che  l' hano visitato di persona. Io lo renderei obbligatorio (si fa per dire), tanto credo sia doveroso prendere coscienza di certe "bestialità" umane! Nel gennaio 2012   sul sito IL CAMBIAMENTO    si pubblicava quato segue:  " È entrato in vigore il 1° gennaio 2012 in tutta Europa il divieto di allevare le galline ovaiole nelle cosiddette 'batterie' , ovvero le gabbie grandi all'incirca come un foglio A4. In base al divieto sono consentiti esclusivamente allevamenti con sistemi alternativi alle gabbie e l’allevamento nelle gabbie modificate o cosiddette 'arricchite'. Il percorso legislativo dell'Unione europea che ha portato al divieto in vigore da qualche giorno è iniziato nel'99 con la Direttiva 1999/74/CE che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole.

Se la fantasia va in cucina

ovvero: cucinare con… la lavastoviglie. Lisa Casali, è una romagnola doc, con tanto senso pratico e tanta fantasia, anche se vive ormai da diversi anni a Milano. “La cucina e l’ambiente – dice- sono il mio pane quotidiano”. Tra lavoro per l’ ambiente e passione per il cibo ha cominciato a fare esperimenti nella sua cucina. “Ero stanca di acquistare passivamente, volevo saperne di più sui prodotti che portavo a casa. Volevo eliminare gli imballaggi inutili, ma soprattutto mi chiedevo: ma è proprio necessario buttare via così tanto? Tutte quelle parti che i libri di cucina dicono di scartare sono davvero da buttare via o sono solo più difficili da preparare?” Sperimentando, girando e confrontandosi con esperti di nutrizione, chef ed amici ha scoperto che non solo queste parti sono commestibili, ma che in molti casi non hanno nulla da invidiare alle parti “nobili”. E’ così che è nato il blog     ECOCUCINA      “un laboratorio di ricette per una cucina a costo e im