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A mia madre

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 Una vecchia poesia, se cosi si può chiamare, ritrovata tra gli appunti del 1988. Per molti anni mia madre ci ha nutrito con racconti di grande freschezza e ironia, ricchi di acute osservazioni sull'umanità sparsa sulla Terra. Li ricordo con tanta gratitudine, cosi anche il suo facile e felice canto, sterminati in varietà di motivi e ritornelli, ma che puree bastava a se stesso. Intonava vecchi motivi d'amore nelle uscite in auto, negli ultimi tempi, su strade conosciute e sconosciute.     A mia madre (1988) Amo i tuoi racconti che vengon da lontano. Soffia vento nei tuoi occhi  e la bocca crea suoni aggrappàti alle parole. Tu adeschi l'anima, ciò che era ora è. Oh donna, che   racconti la tua storia. Il mondo in una cosa apparentemente irrisoria. Mia madre, 2016

Il privilegio del conoscere

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      Fiume Misa, Senigallia - S. P. © 2018     Il gioco del nascondersi e del ritrovarsi del cercare e del cercarti del produrre codici e del decifrarli. Di cose nuove da afferrare, del mettere in fila quelle vecchie e dare ordine e senso. Il gioco del guardare, dell'ascoltare,  dello scoprire, del capire. E' stato il tempo del gioco con le cose più serie della vita. Grazie a coloro che me lo hanno permesso. Grazie a coloro che lo hanno nutrito questo bisogno insopprimibile di vivere l'infanzia oltre l'infanzia. Più che un piacere è stato privilegio del conoscere.   (Dalla cantina, 2012)