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World first!

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Sono convinta che non si possa amare sempre e solo la propria Nazione, che ognuno di noi, ancor di più dopo la globalizzazione, sarà sempre cittadino del mondo oltre che del proprio Stato, malgrado la presenza costante,  a volte crescente, e in luoghi anche inaspettati  (vedi le recenti prese di posizione americane), di idee e atteggiamenti contrari a questo sentire. Atteggiamenti apparentemente difensivi, ma dalla natura fortemente aggressiva. Non mi scandalizza che L' America di Trump cerchi di migliorare le condizioni di vita degli americani (ma poi sarà proprio questo il suo obiettivo?),  ma mi inquieta e preoccupa che si pensi e si desideri l' America come prima ad ogni traguardo (American first). E' un atteggiamento ignorante, se tutti i capi di Stato passati l' avessero avuto così netto e forte, la storia dell' uomo sulla Terra, a suon di reciproche "bastonate" sarebbe finità molto tempo fa.  Dunque, per favore non scherziamo... nè sottovalutia

Credere per chi?

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Possiamo credere di passare una serata piacevole tra le bancarelle natalizie, vivere il Natale come un dono, un' atmosfera da cercare o, meglio, costruire nel farsi delle relazioni di lavoro, di studio, di vita e tempo libero o, invece, possiamo credere che piazze e mercatini in questo periodo non siano il posto per noi, che dietro il caldo e tenue bagliore delle luci, di un'atmosfera creata ad arte da esperti commercianti, non ci sia altro che il fasto sperperone di società opulente (occidentali, ma anche orientali). Da qualche giorno possiamo anche temere che dietro ingannevoli sembianze di calore e armonia, possa essere pronto l'agguato: il freddo calcolo di lupi terroristi che stanno imbastendo il proprio vestito di morte. Che si creda una cosa o l'altra però siamo liberi, in tanti siamo consapevoli che non potremo, né gli attentatori potranno mai, cancellare tutta la libertà con cui si esprime il mondo. Siamo convinti, in tanti, che la libert

Con memoria, con coraggio

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Riapre il Bataclan. Dopo un anno dalla strage del commando jihadista a Parigi,  il Bataclan rinasce. Nello storico locale, dove morirono 90 persone, si ricomincia ascoltando la musica di Sting che ha dichiarato: "Stasera abbiamo due compiti: onorare i morti e ricominciare la vita".  "Fragile" è una delle canzoni  cantate nella serata. Qui sotto la versione registrata, in altra occasione, insieme a Stevie Wonder:

Curare con il canto

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Nel canto, nelle voci in musica di grandi artisti, c' è qualcosa di magico, ancestrale e curativo che, seppur in minima parte,  vale anche per le ferite di questi tempi pieni di orrore.

Il terrorismo è contro i sogni dei bambini

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Nei bambini c'è il futuro, presente qui e adesso. C'è la nostra idea di futuro e il valore che a questo siamo capaci di dare. Nei bambini ci sono i nostri sogni e i loro, di una vita migliore. Non c'è niente di più importante, in questo mondo, della vita di un bambino.  Il sogno di tutti i bambini del mondo è che questo valore possa essere comprensibile ad ogni uomo e ad ogni donna che vive sulla Terra. Un sogno che a volte può vacillare perchè i limiti umani sono enormi,  ma che deve rimanere forte e presente nella nostra anima come la linfa che la nutre, anche quando accadono fatti come quelli a cui siamo costretti ad assistere oggi: l' attentato terroristico, ieri sera a Nizza, di cui tutti i media stanno parlando. Ho visto questa foto pubblicata su "IlFattoQuotidiano.it" , quella di una dei dieci bambini deceduti sulla promenade Des Anglais, dopo aver assistito ai bellissimi fuochi d' artificio preparati per i festeggiamenti del 14 luglio fra

Giocoso in-canto

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Vale la pena, nonostante l' attuale tormentone mediatico di "Hello", riascoltare quest' ultimo brano di Adele in versione "light instruments". Un simpatico insieme di giocattoli musicali e gioioso accompagnamento per la  stupenda voce di questa cantante inglese che contiene in sè l'anima splendente del canto.

Dalla vita alla morte... e viceversa.

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Foto tratta da HUFFINGTON POST f rancese "Une maman du 11e arrondissement a invité les enfants à dessiner leurs émotions" In un articolo su Repubblica di oggi,  “ La vita ai tempi del terrorismo spiegata ai bambini ”, Tahar Ben Jelloun, scrittore, poeta e saggista marocchino,   sostiene  riferendosi ai fatti di Parigi che “ ai bambini bisogna dire la verità ”e che “ non va sottovalutata la loro capacità di comprendere anche le cose più orrende e inquietanti ”. Al bisogno dei   bambini di comprendere perché un kamikaze accetti di morire ammazzando gli altri risponde: “ Tutti gli esseri umani hanno un istinto che si chiama istinto di vita: una volontà naturale di salvarsi la pelle e di vivere. Mentre questi terroristi che si fanno esplodere in mezzo alla folla hanno accettato di separarsi dall’ istinto di vita, di sostituirlo con l’ istinto di morte .”… “ Esistono specialisti che raccontano loro certe storie, basate non sulla ragione ma su promesse mirabolant